ANTICA BOVILLAE
A CURA DEL DOTT.UGO ONORATI
1) da Bovillae a Frattocchie e Santa Maria delle Mole.
2) i\ medioevo
3) I' eta moderna
4) I'urbanizzazione delle campagne di Marino
5) \'autonomia comunale
6) aspetti e aspettative attuali
Tabula Iliaca: e una rappresentazione a bassorilievo delle scene
dell'Iliade omerica. In tutta la storia dell'archeologia se ne contano 19. La
più antica finora rinvenuta è quella di boville. La lastra di marmo incisa è
grande come un foglio A3 (em. 40x25) ed è collocabile al I secolo a.C. Fu
rinvenuta nel 1700. I 24 canti dell'Iliade di Omero sono rappresentati nelle
fasce laterali e superiore.
Apoteosi di Omero (Archelao di Priene, il Michelangelo dell'antichita)
Cessata l'ultima fase vulcanica 30.000 anni fa. La Tavola Iliaca di Boville
si trova ai Musei Capitolini di Roma.
n millennio a.C. arrivo di popolazioni indoeuropee dalle Alpi: Siculi e
Latini poi Umbri, Osci, Sabini" Volsci, Ernici, Equi, Aurunci... Gli
Etruschi sono gia presenti come popolazione preindoeuropea indigena 0
immigrata dal mediterraneo orientale.
Le date principali su cui muoverci:
Alba Longa fu fondata da Ascanio, figlio di Enea fuggito dopo la caduta
di Troia nel Lazio e trenta anni dopo la fondazione di Lavinio
(Enea+Lavinia figlia di Latino) a sua volta colonia di Laurento. Secondo la
tradizione (Tito Livio, Strabone, Dionigi di Alicarnasso ecc.) quindi il
1184 a.C.
Roma fu fondata il21 aprile 753 a.C.
Alba Longa fu distrutta da re romano Tullo Ostilio nell'anno 673 a.C.
Da Ascanio discese una dinastia di re albani fino a Numitore e Amulio,
figli di Proca.
Amulio detronizzo il fratello e per non far avverare la profezia di una
discendenza del fratello suI trono di Alba, costrinse la nipote Silvia a farsi
sacerdotessa vestale (una suora con voto di castita).
Silvia, poi condannata come Rea rimase incinta del dio Marte di due
gemelli: Romolo e Remo,
Amulio ordino che i bimbi fossero affidati alle acque del fiume
(praticamente uc~isi affogati)
ma la leggenda narra del loro salvataggio ad opera di una lupa e poi·
allevati da pastori.
Divenuti adulti, Romolo e Remo, restituirono al nonno Numitore il trono
usurpato da Amulio.
Quindi andarono a cercare unanuova citta da edificare per se.
Cresciuta la potenza di Roma nel VII secolo non c' era pili posta per tutte e
due Ie citta.
Al tempo del re romano Tullo Ostilio si decise la guerra, ma per non far
massacrare gli eserciti a vantaggio dei popoli nemici circostanti, si decise
un duello fra campioni delle due parti: tre fratelli Orazi, contro tre Curiazi.
Una volta sottomessa aRoma Albalonga e la confederazione dei popoli
latini furono assoggettati a Roma. Per evitare sollevazioni sgradite Roma
distrusse Alba con la scusa che il generale albano Mezio Fufezio nella
battaglia contro la citta di Fidene avrebbe tradito gli alleati romani. correva
l'anno 673. La tradizione vuole che i superstiti abitanti di Alba trovarono
ospitalita presso i parenti di Boville. E da allora i Bovillani avrebbero
cambiato il nome il nome in Albani Longani Bovillenses.
Le altre citta delIa Federazione albana [erano 47 citta (Livio) ] almeno Ie
principali di cui alcune moderne hanno conservato il nome: Tuscolo,
Aricia, Lanuvio, Velitre, Labico, Pomezia, tellene, Ficana, Apiole,
Mugille. Vicino ad Alba c'era pure una citta di nome Ferentum, abitata dai
Moeniensi (adoratori delIa Luna) e nei pressi c'era un bosco sacro alla
ninfa Ferentina, presso la cui sorgente ogni anno a maggio si teneva un
congresso (Le Ferie) di tutte Ie citta latine, compresa Tibur (Tivoli),
Preneste (Palestrina), Gabi e la neonata Roma.
Dove era situata Alba? Tra Monte Cavo e illago Albano, secondo Livio,
sulla piazza di castel Gandolfo attuale, dove la villa pontificia palazzo
barberini, fu edificata sulla parte pili alta delIa enorme villa
dell'imperatore Domiziano, che la volle . edificare a sua volta sulla rocca
(arce) dell'antica citta di Alba. Di recente qualcuno ha avanzato l'ipotesi
delIa localita Costa Caselle a Marino, altri dove e il convento di Palazzolo
con la villa del cardinale Girolamo Colonna (Antonio arch. Del Grande:
Palazzo Colonna a Roma, San Bamaba di Marino, Santa Maria Assunta di
Rocca di Papa, Villa delIa Sirena a Frattocchie). Quest'ultima e la pili
accreditata perche Ie misure ce Ie fornisce Dionigi di Alicamasso: "vicino
a una montagna e a un lago, occupando 10 spazio fra i due".
Dove era situata Boville? Quella arcaica, quella mitica delIa tradizione
(Diodoro Siculo), secondo cui Boville nacque come colonia di Alba·
Longa, fondata da uno dei re albani: Latino Silvio.
Non certo sull' Appia, che non esisteva ancora (i lavori iniziarono nel 312
a.C. per volere del censore Appio Claudio Cieco) ma nella zona più
prossima al lago. Boville arcaica doveva esser non lontana dalla madre
patria Alba Longa, essendo stata Boville una delle primissime colonie.
Dunque il raggio di distanza puo spaziare dalle localita: monte Crescenzio
(dove sono state trovate di recente interessanti rinvenimenti archeologici) a
Campo Fattore (altra zona di rinvenimenti protostorici), a Due Santi suI
crinale a sinistra salendo l'attuale Appia Nuova, ma soprattutto in
prossimita di una antica via di transumanza: la Cavona (oggi detta via
Maremmana, 0 Pedemontana dei Castelli)) via Anziate (Nettunense) / Via
Mola Cavona-via Tiburtina, dal mare Tirreno fino agli Appennini.
Cosa vuol dire Boville? L' etimologia e controversa, come quella del
nome Alba. La radice indoeuropea BoWs rimanda al bue, e quindi al
periodo protostorico dell' allevamento, piuttosto che a quello preistorico
delIa caccia e delIa raccolta. E se e cosi Boville era un luogo di
allevamento 0 di mercato di mandrie bovine. La leggenda che risale alIa
narrazione mitologica di Livio ci presenta una falsa etimologia
(varroniana) cioe ci racconta una favola costruita apposta per spiegare un
nome: secondo 11 racconto un bue sacrificato sull'altare del tempio di
Giove Laziare suI Monte Cavo, non ancora morto, fuggi correndo con Ie
viscere aperte (hillas) e sarebbe giunto a morire suI luogo dove poi si
sarebbe deciso di fondare la citta di Boville. Un pili probabile etimo e
"bovum villae" localita di buoi (allevati 0 venduti). Non male, ma io ne
suggerisco una terza, il totem del bove. (vedi Pico, Lupa, Apiolae, Ficana .
ecc.) che ci riporta a una fase tribale pili antica rispetto a quella cittadina
preromana.
quarti di nobilta per giustificare l'ascesa al potere assoluto rappresentato
dall'impero di uti solo principe: Augusto.
Distruzione e rinascita: Durante l'eta repubblicana Boville fu assalita e
saccheggiata e forse distrutta, insieme alIa consanguinea Mugille, perche
alleate di Roma, da Coriolano a capo di un'armata di Volsci nell'anno 489
a.C. Fu facile per gli abitanti superstiti 0 per nuovi arrivati spostarsi sui
fianchi delIa strada che fu costruita nel 312: l'Appia. Una specie di
autostrada del Sole di quei tempi. Molte pili opportunita di lavoro e di
ricche attivita, rispetto ai pascoli' del passato. Quindi il nuovo centro
abitato sorse soprattutto suI lato destro delIa Regina Viarum a salire tra
1'8° e il 9° miglio, cioe tra l'attuale Frattocchie e Due Santi. Perche?
Perche Frattocchie ha rappresentato per secoli, per millenni il primo luogo
di sosta dei viaggiatori, prima delIa prima Statio di Aricia
Quindi una mansio attrezzata per Ie riparazioni, il cambio dei cavalli,
insomma una sp~cie di Motel moderno, con osteria (taberna) ed eventuali
cubicula per riposare. E perche il traffico commerciale dal mare, dove
approdavano fenici ed etruschi, per forza incrociava l' Appia a
Frattocchie/Boville.
Una divinita tipica di Boville era Anna Perenna. da metter in relazione
con l' anno / anello, con la circolarita del tempo e anche forse con
l'Annona, cioe l'abbondanza di frumento, quindi una divinita tutta italica
come Cerere, 0 la Dea Bona. La sua festa cadeva il 15 marzo, nel giorno
delle idi in cui c' era la luna piena che segnava suI primitivo calendario
lunare dei Latini l' entrata della primavera.
Boville si sviluppo, come il vicino municipio di Castrimoenium (Marino
attuale) anche, all'epoca di Silla (I sec. a. C.) per effetto della
centuriazione (essendo stati i due centri accomunati dalla parte di Mario) e
soprattutto nel p'eriodo imperiale della dinastia giulio claudia. tant' e che
quando Augusto mOrl nel 14 d.C. il corteo funebre che ne trasportava la
salma da Nola aRoma si fermo a Boville per rendere omaggio ai Penati,
cioe agli antenati, da cui si supponeva discendesse il primo e pili grande
degli imperatori romani.
Della memoria di Boville si era perduta durante il medioevo ogni traccia. I
primi rinvenimenti casuali furono nel 1712 nei pressi di Due Santi per la
riparazione del fondo stradale. Si scopri una catacomba, poi nel 1787 un
oratorio paleocristiano. nel 1823 Giuseppe Tambroni autorizzato dai'
Colonna, inizio a scavare nell' area della Boville imperiale. Fu cosi
scoperto il circo agonale, i resti di un teatro, forse il sacrario della famiglia
Giulia, individuato il tempio di Giove e di alcuni resti termali. II
rinvenimento co~i esteso suscito clamore e molti studiosi pili importanti
del Tambroni si dedicarono in seguito alla riscoperta di Boville: Luigi
Canina, Ennio Quirino Visconti, Carlo Fea, Antonio Nibby, Giovanni
Battista De Rossi e 10 storico marinese Girolamo Torquati. Agli inizi del
Novecento il comune di Marino intraprese scavi per conoscere
1'ubicazione della Boville preromana. Furono fatte interessanti scoperte,
ma dopo di quello pili nulla.
Monumenti: . , .
II circo' agonale IPPODROMO fu voluto dall'imperatore Tiberio dopo la
morte di Augusto, al quale era succeduto, in onore del quale proprio Ii fece
celebrare la sua memoria con dei giochi equestri (cavalli e carri), che
all' epoca non avevano soltanto valore sportivo, ma anche magico e
astrologico. Questi giochi svolti a Boville si chiamavano Ludi Augustales,
perche in onore di Augusto e delIa sua stirpe, cui anche Tiberio
apparteneva. La lunghezza del circo era di 337 metrie mezzo di lunghezza
per 68 metri e 60 di larghezza. La spina del circo era di 197 metri, decorata
con paramenti e statue, come tutti i circhi del tempo. La capienza era
quella di un medio stadio da 10.000 spettatori al massimo. Era uno dei pili
grandi circhi di Roma, superava il Circo in Agone (piazza Navona) e il
circo Vaticano. Di tanta magnificenza restano solo gli archi dei carceres,
cioe dei box di partenza dei corridori.
Gli ippodromi 0 circhi dell'antica Rama erano 9: I) il Circo Massimo, il
Circo Flaminio, Circo Collina, Circo in Agone, Circo Vaticano, Circo di
Nerone, Circo di Caracalle, Circo castrense, Circo di Flora. Puori Roma:
Gabina, Prenestina, Ardeatina. Quando Pirro Ligorio scrisse alIa meta del
'500 "illibro sulle antichita romane non conosceva quello di Boville.
AIle spalle del 'circo e stato individuato il teatro, presso la quale da
un'iscrizione sappiamo che c' era una scuola di attori. la grandezza e stata
stimata in piedi: 27 di raggio e 47 di diametro per la scena.
Un sacrario dedicato alla Gens Iulia,
II ruolo fondamentale e strategico di crocevia e di nodo stradale antico fra l'Appennino e il mare,
posta nel euore dei Monti Albani, tra Ie vie Appia e Cavona (denominata Anziate e Nettunense nel
tratto terminale, Cavona da Jugonum = gioghi, saliscendi di alture) non viene meno con la caduta
dell'inipero romano e con il susseguirsi delle vicende storiche e sociali dal medioevo ai nostri
glOrm.
II fatto e che fino all'invenzione dei recenti mezzi di trasporto (treno, tram, automobile) il
tradizionale supporto logistico per gli spostamenti e state per migliaia di anni e fino alia fine
dell'800 il cavallo e il carro trainato. Quindi Ie distanze, vuoi in miglia 0 in chilometri, restano Ie
stesse e immutate restano nei secoli Ie esigenze dei viaggiatori 0 dei trasportatori. Per questa
Frattocchie resta, pur di fronte all'abbandono del territorio e delle ville romane imperiali, pur di
fronte alia decadenza e all'interruzione in pili tratti dell' Appia nel suo percorso classico da Roma a
Brindisi, il primo punto di sosta dei viaggiatori in partenza da Roma.
II ruolo spaziale di Frattocchie si raccoglie intorno ad una locanda, individuabile nei primi edifici
posti lunge la via Appia sull'incrocio con l'attuale via Nettunense. L'antica mansio 0 statio romana
diventa cosi nel medioevo e in eta moderna un posta per il cambio dei cavalli e una trattoria con
annesse camere per il ristoro dei viaggiatori. In tale senso Frattocchie raccoglie e conserva
immutata nei secoli la sua funzione di crocevia che, in senso antropologico, rappresenta la
multidirezionalita delia scelta per il pellegrino, per il viaggiatore, un luogo fatale e magico delia
decisione e dello smarrimento, di sosta e di ripensamento del viaggio come paradigma
dell' esistenza. Ma soprattutto per Ie genti che vi transitano luogo di incontro e di scambio di lingue
di informazioni, di esperienze umane e culturali.
Per di pili Frattocchie diventa unico luogo abi~atQe ospitale in mezzo a una campagna spopolata 0
quasi (essendosi gli abitanti delia pianura ritirati sulle colline circostanti fin dai primi secoli
dell'alto medioevo, per motivi di salubrita e per ragioni di sicurezza). Un piccolo centro di vita
circondato dai fantasmi emergenti dalle sterminate distese di rovine, relitto di una notevole citta
Imperiale: Boville appunto, e dalle torri di avvistamento e di difesa disseminate nella Campagna
Romana, il tutto ricoperto da una vegetazione spontanea - Ie fratte, in romanesco ~ da cui prende
nuovo nome la zona di Frattocchie a partire forse intorno all'anno Mille. (Cosi come dalle frasche
dei radi boschi alia base del Tuscolo, il nome delia citta di Frascati). I
Come per altri culti orientali (il mitraismo ad esempio) anche il Cristianesimo si diffuse nell' area di
Boville fin dalla meta del III sec. d. C. non solo per la vicinanza con Roma, ma soprattutto per
essere il suo territorio attraversato dall' Appia, sulla quale strada transitarono l'apostolo Paolo nel 60
circa e san Pietro. L' area del resto fu organizzata precocemente in parrocchie dipendenti dalla prima
diocesi suburbicaria (465) che era l'Albanum, sorta sui castra albana delia II Legione Partica di
Settimio Severo, corrispondente all'odierna Albano. Resti paleocristiani di Boville comprendono
una catacomba scoperta nel 1712 intorno all' attuale zona di Casa Rossa e resti di un Oratorio
sull'incrocio con la via Anziate scoperti nel 1869, oltre a un sarcofago con motivi religiosi cristiani
scoperto nei pressi di Villa delia Sirena nel XVIII secolo. Nelle varie descrizioni geografiche del
tardo impero e dell' alto medioevo, a cominciare dalla Tavola Peutingeriana, la Bovillaeclassica
viene di v,olta in volta denominata Bobellas, Boviolas, Bobelia ecc.La guerra greco gotica di cui ci
testimonia 10 storico Procopio distrusse la rete stnidale e idrica e con essa la ragione stessa delIa
floridezza dei centri abitati posti lungo i margini dell' Appia, cosi come di altre vie, pertanto nel
corso di mezzo secolo Ie citta delIa Penisola si spopolarono con un crollo demografico senza
precedenti.
Ii Patrimonium Suburbanum Appiae, il Patrimonio di San Pietro e la Camera Apostolica, il
possesso diocesano di Albanum, Ie domuscultae (possedimenti fondiari su precedenti resti di ville
romane= Torre Messer Paoli?, papa Gregorio II, 715, e poi papa Zaccaria e Adriano) e Ie masse
organizzate fin dal tempo di Costantino, di cui la Massa Marinas (dai Colli Albani al mare) da cui
alcuni vorrebbero derivasse il nome di Marino. Boville fu compresa in una delle 12 domuscultae: la
Sulpiciana, riunione di pili "fundi".
Non cessarono per secoli Ie incursioni di pirati Saraceni, Vichinghi, Ungari. Le spedizioni saracene
partivano da Tunisi e da Algeri, sbarcavano sulla costa tirrenica, e risalivano 1'interno e l' entroterra,
saccheggiando e razziando. Nell'846 fusaccheggiata la Campagna Romana e profanate Ie basiliche
romane di San Paolo e San Pietro. Della localita di Boville resta solo il ricordo in un toponimo
Buella posteriore al Mille. Dopodiche se ne perdono anche Ie tracce fino al 1800.
Si arrivo alIa creazione del Comune autonomo di Boville, costituito con la legge regionale n. 56 del
21 ottobre 1993, che comprendeva Ie frazioni di Frattocchie e di Santa Maria delle Mole, di Due
Santi, Castelluccia e Cava dei Selci, tutte del comune di Marino, utilizzando l'antico nome di
Boville (in latino Bovillae) proprio dell'area archeologica laziale storicamente compresa tra Due
Santi - Frattocchie e parte di Santa Maria delle Mole, come etimo unificante della nuova area
comunale, peraltro non omogenea, essendo Frattocchie diversa e meno urbanizzata rispetto a Santa
Maria delle Mole. Al momenta delIa sua creazione Boville aveva un'area di 16 kmq. sui 26
dell'originario comune di Marino e comprendeva unapopolazione di 18.818 abitanti sui 32.903
complessivi antecedenti la scissione. II 12 gemlaio 1992 si era tenuto un referendum promosso dagli
autonomisti nelle sole frazioni di Frattocchie e Sa~ta Maria delle Mole, oggi circoscrizioni
amministrative del comune di Marino, ed ebbe un risultato favorevole tra gli abitanti dell'85% alIa
separazione. Dopo un periodo di commissariamento durato circa due anni e di appelli giudiziari, la
Corte Costituzionale con la sentenza n. 433 del 6 settembre 1995 soppresse la costituzione del
nuovo comune costituendo un precedente sentenziale successivamente adottato e applicato in
analoghe circostanze, come fu ad esempio per il comune di Baranzate, rispetto a Bollate in
provincia di Milano, dove si dice espressamente: « Ci sarebbe una differenza frala vicenda del
distacco di Boville da Marino e la vicenda dell' erezione a Comune autonomo di Baranzate, per
distacco da Bollate. Ut;la cosa infatti sarebbe l'erezione a Comune autonomo di una frazione (non
piccola ma neppure enorme) di un Comune che resta comunque pili grande, come nel caso ora
all' esame della Corte, altra cosa sarebbe invece l' erezione a Comune autonomo di una larghissima
parte del territorio di un Comune preesistente, come avvenne nel caso di Marino. In quel caso,
sarebbe stato assurdo non consultare tutta la popolazione di Marino, proprio perche Marino, dopo la
scissione di Boville, sarebbe diventato altro da quel che era».
II tentativo di indipendenza messo in atto dalla popolazione delle frazioni del comune di Marino era
stato incoraggiato da. due importanti precedenti di autonomie comunali concesse tra gli anni
Sessanta e Settanta nell'area dei Castelli Romani: nel 1969 la frazione di Lariano si era resa
indipendente dal comune di Velletri, mentre nel 1974 la frazione di Ciampino aveva acquistato
l'indipendenza dallo stesso comune di Marino.' In entrambi i casi, i comuni ai quali era stato
sottratto territorio avevano subito un pesante impatto non solo economico e produttivo, ma anche
morale.
Da qu~lla esperienza del distacco di Ciampino a Marino si cerco di trovare la partecipazione delle
frazioni rimanenti: 10 Statuto comunale che prevede la costituzione di circoscrizioni autonome e il
piano regolatore generale del 1979 che pianifico l'urbanizzazione delle frazioni di Santa Maria delle
Mole e Cava dei Selci, cresciute a dismisura negli anni ottanta, arrivando a superare in popolazione
10 stesso centro storico di Marino.
Le conseguenza di un'indipendenza per Marino avrebbe comportato perdite gravissime, come la
maggior parte delle aree produttive del vino Marino DOC e la sede stessa della cantina sociale
locale, Gotto d'Oro; inoltre, ogni eventuale sviluppo urbanistico sarebbe stato praticamente precluso
a causa dell a ristrettezza del territorio della prima circoscrizione di Marino centro. Del resto, il
neonato comune di Boville si sarebbe trovato esposto da subito alle difficolta politiche
amministrative che avevano in parte originato la determinazione all'autonomia, stretto nella morsa
degli speculatori edilizi. .
Contributo a cura di Ugo Onorati
Frattocchie e Due Santi
nel "Pasticciaccio" di Gadda.
Di Frattocchie e Due Santi si hanno diverse citazioni del grande scrittore contemporaneo Carlo Emilio Gadda, il quale nel suo famoso romanzo Quer pasticciaccio brutto de via Merulana cita più volte località anche periferiche dei Castelli Romani. In particolare occorre ricordare che gran parte dell'azione esterna del romanzo, che in apparenza si dipana come un caso investigativo, si svolge proprio nei dintorni di Frattocchie. A tal proposito ricordiamo che il commissario Ingravallo, dopo essersi recato personalmente a Marino per svolgere le prime indagini, successivamente si sposta nelle campagne circostanti e interroga il bigliettaio e il manovratore del tram, sul quale sarebbe salito l'assassino, ma: «Ai Due Santi, al Torraccio, alle Frattocchie, la domenica di primo pomeriggio, era salita una quantità di persone: una folla». Più avanti nella sua inchiesta il solerte commissario incontra un caratteristico personaggio del luogo: « .. .la Zamira, la carzonara dei Due Santi». Altri luoghi e altri personaggi si confondono nella mente dell'investigatore, che raccoglie testimonianze: «Ines ... Ciampini, sì da Torraccio, o Torracchio, sull'Appia, la fermata dopo le Frattocchie, era stata fermata alcune sere innanzi da un pattuglione del commissariato San Giovanni». Si palesa così la Zamira: « ... una ex puttana, ... , di cui però a poco a poco, d'autunno in autunno, s'erano fatte evanescenti le peste, fra Marino e Ariccia».
Un'ultima citazione riguarda invece un collaboratore alle indagini del commissario, un tale «maresciallo Fabrizio Santarello, l'uno dei due centauri della Tenenza albana», il quale nelle sue uscite motociclistiche si "preannuncia" «dal Torraccio, dalle ultime case de le Frattocchie, dalle Robinie Vecchie, altre volte o dal Cassero di Sant'Ignazio, o dal Divino Amore». Uno spericolato ma solerte poliziotto sempre presente sulle sue due ruote, a Rocca di Papa, e Nemi, sull'Appia, a Cecchina, «oppure a metà le Frattocchie, doveva spengere: al passaggio dell’Appia, o a Cà Francesi, a Tor Ser Paolo, alla Stazione di Ciampino». Dimentico di averlo graduato maresciallo, poco oltre Gadda riqualifica il milite centauro: «il brigadiere filava in discesa verso li Du’ Santi». Tutti luoghi che il grande romanziere conosceva bene, pur citandoli nella maniera “pasticciata” che contraddistingue il suo peculiare linguaggio letterario, avendo iniziato a frequentare Roma e Marino e i Castelli Romani dal 1925, per sostarvi a varie riprese fino al 1935. Così, grazie a Gadda, le località Frattocchie e Due Santi di Marino sono entrate nella storia della letteratura italiana.
Ugo Onorati